Il panettiere di Kos che dona il pane ai profughi

Da qualche tempo l’isola di Kos, nel Dodecaneso greco, è tristemente salita agli onori della cronaca per i continui sbarchi di immigrati che dalla vicina Bodrum, in Turchia, cercano il primo approdo in Europa. Negli ultimi mesi la situazione sta diventando sempre più insostenibile sia a Kos che nelle altre isole della Grecia a causa dei continui tentativi da parte dei migranti che partono dalle coste turche.

Tutti conoscono la storia di Aylan, il bambino siriano morto sulla spiaggia della cittadina turistica turca: la fotografia del suo corpicino immobile sulla spiaggia, bagnato dalle onde del mare, ha fatto il giro del mondo rendendo ben chiaro quali tragedie stiano avvenendo nel mar Mediterraneo e nel mar Egeo. Nonostante ciò l’Europa non è ancora intervenuta seriamente con misure tali da contrastare e risolvere una questione che potrebbe segnare il futuro del mondo intero.

Il povero Aylan non ha mai avuto la possibilità di vedere l’Europa. Al contrario, migliaia di profughi in fuga dalla guerra e dalla miseria sono riusciti a raggiungere, per fortuna, sani e salvi le coste di Kos. Questo, però, ha generato una grave situazione di emergenza a causa della mancanza di strutture di accoglienze sull’isola.

L’intervento dell’amministrazione comunale di Kos

L’amministrazione comunale di Kos e le associazioni di volontariato hanno fatto il possibile per rendere più confortevole la permanenza di queste persone. Persone che ‘isola solo come una breve tappa del loro viaggio verso il centro e nord Europa. Molti migranti sono accampati nei parchi, nelle piazze e sul lungomare della Città di Kos. Attendono i permessi e i documenti necessari per poter circolare all’interno della Comunità Europea. Questo ha creato un forte disagio tra i turisti in vacanza a Kos. Alcuni quotidiani britannici hanno raccontato di famiglie inglesi addirittura disgustate della situazione che hanno trovato sull’isola.

Anche se preoccupati per le loro attività turistiche, il comportamento di molti abitanti di Kos è stato ammirevole. Tra questi c’è un persona che per la sua bontà e per il suo immenso senso di accoglienza si è fatto conoscere in tutto il mondo. Se nell’antica Grecia Dionisio era il dio del vino e dell’estasi, in quella moderna è il dio del pane e della generosità.

Dionysis Arvanitakis, infatti, è un panettiere di 76 anni che ogni giorno distribuisce gratuitamente 100 kg di pane, cornetti, dolci e biscotti ai profughi presenti sull’isola.

Quest’uomo è un esempio per tutti, un modello di accoglienza così apprezzabile che il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker lo ha citato durante il discorso annuale sullo Stato dell’Unione.

La storia di Dionysis Arvanitakis

Dionysis ha compiuto un gesto per lui scontato quanto doveroso. La difficile condizione dei migranti che sbarcano ogni giorno in Europa l’ha provata sulla sua pelle negli anni ’50. A soli 15 anni, assieme alla sua famiglia, lasciò una vita di miseria nel Peloponneso, in Grecia, per raggiungere l’Australia in cerca di fortuna. Dopo un viaggio di quaranta giorni, gli Arvanitakis raggiunsero quel continente sconosciuto. I primi mesi furono terribili: la sua famiglia patì la fame perché, non conoscendo una parola di inglese, nessuno di loro riusciva a trovare lavoro. Quei mesi di sofferenza Dionysis Arvanitakis non li ha mai dimenticati. Perciò si sente in dovere di aiutare quelle povere persone perché conosce bene la loro sofferenza. Con tanta determinazione riuscì a guadagnare tanto da mettere da parte i soldi per ritornare in Grecia, a Kos per la precisione. Aprì negli anni ’70 un panificio che ancora oggi gestisce assieme al figlio Stavros.

Dionysis Arvanitakis non è un dio e nemmeno un eroe. Dionysis Arvanitakis è soltanto un uomo generoso che vuole fare del bene agli altri, in nome della gentilezza, disponibilità e senso di accoglienza che contraddistingue il popolo greco.

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