Le spiagge in Grecia e in Italia: diritti e regole

In Grecia le leggi in materia di accesso alle spiagge sono simili a quelle italiane. La differenza è che nel Paese ellenico sono applicate senza problemi d’interpretazione. Sia in Grecia che in Italia la spiaggia è un bene demaniale (ovvero di proprietà dello Stato) e, dunque, sono liberi l’accesso e l’utilizzo. In altri termini non si può vietare il transito attraverso uno stabilimento e la permanenza sulla battigia antistante la zona dove sono collocati gli ombrelloni e i lettini di chi ha ottenuto la concessione.

Leggi in materia di spiagge

A sgombrare ogni dubbio, in Italia è stata la Legge Finanziaria 296/2006, nella quale all’art.1, comma 251, è stato stabilito in modo esplicito che “[…] è fatto obbligo per il titolare delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione […]”. Inoltre, l’utilizzo dei servizi, anche gratuiti (cabine, bagni), non può essere limitato soltanto a chi ha affittato l’ombrellone e i lettini perché viola l’art. 41 della Costituzione Italiana: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

Purtroppo molti interpretano queste leggi in modo errato o le ignorano. Sono illegittimi cartelli che indicano l’impossibilità di consumare cibo in spiaggia o che vietino l’accesso in spiaggia. Inoltre, se le cabine e i bagni sono gratuiti e usufruibili dai clienti dello stabilimento, devono esserlo anche per chi sosta nella zona non data in concessione, chiamata spiaggia libera. Come, ad esempio, nei bar o nei ristoranti, esercizi pubblici, non si può scrivere sulla parta di una toilette: “L’utilizzo del bagno è consentito soltanto ai clienti”. Queste sgradevoli circostanze, non rare in Italia, sono inconcepibili in Grecia.

Spiagge libere e spiagge private

La normativa italiana impone ai Comuni di mantenere una equa proporzione tra le spiagge libere e quelle date in concessione. Purtroppo, forse nel tentativo di fare cassa o per altri motivi che è meglio non approfondire, nel rilascio delle concessioni non è stata mai rispettata tale regolamentazione con la conseguente riduzione dei tratti liberi a pochi metri sempre troppo affollati.

Ancor più assurdo che quando si giunge in alcune località balneari italiane può capitare di non riuscire a vedere la spiaggia a causa di una serie incredibile di stabilimenti balneari l’uno accanto all’altro e costruiti troppo vicini al mare.

Senza volersi addentrare nei vari articoli della legge italiana o greca, basta sapere che in Grecia non esiste il concetto di spiaggia privata: nessuno vi chiederà mai di pagare un biglietto per passare sulla spiaggia dove si trova una kantina o un lido organizzato, e mai nessuno vi negherà l’accesso. In realtà neanche in Italia si dovrebbe parlare di spiaggia privata, ma troppo spesso il concetto di concessione è spesso interpretato come proprietà.

Costi dei servizi in spiaggia

Un’ultima considerazione riguarda i prezzi dei servizi in spiaggia, che in Italia risultano molto più alti rispetto alla Grecia. Una giornata a mare in Italia prevede il pagamento del parcheggio (dai €3 ai €10), dell’ombrellone e dei lettini (dai €25 ai €50), delle docce (da €0,50 a un €1). Se si vuole acquistare, ad esempio, di una bottiglietta d’acqua da 50 ml costa, solitamente, da €1 a €3. In Grecia i costi sono molto più bassi: il parcheggio è quasi sempre gratuito (in qualche rarissimo caso, dove non costa più di €3); l’ombrellone e i lettini costano mediamente €6 (solo in alcune isole notoriamente costose, come Mykonos, il prezzo è di €10-15). Molto spesso sono gratuiti previa consumazione, anche minima (non c’è mai nessuno che fa pressione!); le docce sono sempre gratuite e una bottiglietta d’acqua costa sempre €0,50.

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